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Bach e le armonie prestabilite

















Nato a Eisenach nel 1685, J. S. Bach nei suoi sessantacinque anni di vita è stato un esempio di come in una sola persona si concluda un'epoca, assumendone tutti i caratteri in sé, portando il tutto a definizione ed espressione perfetta. Fu squisitamente assimilatore più che innovatore o rivoluzionario. Praticò, eccetto il teatro, tutti i generi musicali della sua epoca: se il seicento aveva elaborato attraverso i suoi orchestrali il travaglio delle varie forme strumentali, egli ne coronò l'opera sanzionando nella musica vocale l'invasione della cantata drammatica italiana nella semplice polifonia dei corali. La sua vita fu quella tipica di un onesto tedesco del nord: un paio di mogli che gli diedero una ventina di figli. Ne sopravvissero dieci, che lui fece diventare tutti musicisti dando vita ad un'orchestra da camera fatta in casa. Letteralmente fatta in casa. Sua direttiva di vita fu la letizia dell'operosità, che gli conferì la tranquilla calma dei solitari e la forza propria dei creatori. Fu in buona sostanza un conservatore, nel senso migliore del termine, un illuminato illuminante, ovvero colui che conserva, salva, custodisce i valori del passato. La concezione del mondo, la weltbildt, che si esprime nel concetto di armonia prestabilita di Leibnitz, ultima intuizione storica di un ordine divino nel mondo, è la medesima che permea i principi architettonici di una cattedrale barocca come le architetture musicali di Bach, come se egli avesse voluto disegnare la forma concreta dello spirito che di null'altro vive che della continua affermazione di sé, attraverso una logica di pensieri musicali che si annodano intorno ai nuclei tematici modulandoli. Esempio sintetico di tutto ciò, il rapporto che Bach ebbe con le due principali scuole di musica germaniche, quella del nord e quella del sud. I musicisti nordici prolungarono la tradizione di un'astrazione esasperata, una concentrazione ed una riflessione tutta interiore, spinta fino al disincarnato e al fanatico misticismo. Al sud invece troviamo uomini di mondo: cortigiani, mercanti, abituati a viaggiare e a incarnare in se uno spirito di internazionalizzazione profondo. Poco attenti all'ascetica e all'introspezione, amanti del bel suono nella sua pienezza e colore, della sua chiarezza verso l'effetto immediato. Il genio di Bach consiste proprio in ciò, aver armonizzato in maniera perfetta le tendenze del suo tempo.

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